Non chiamatelo contenitore…e vi spieghiamo il perché

Si chiama UrbaE ed è l’ultima nostra creazione.

Urba, perché fa parte della grande famiglia dei contenitori domiciliari, E, perché in esso l’ergonomia è evidente.

Il progetto è nato nel 2023 quanto il nostro team di ricerca aveva un compito: progettare un contenitore per la raccolta differenziata perfettamente inserito all’interno di un ecosistema ergonomico.
Dall’idea è cominciato un percorso che ha visto la partecipazione di molteplici soggetti:

  • Tecnici biomeccanici
  • Docenti in tecniche comportamentali
  • Gestori di raccolta
  • Design
  • Product Engineer
  • Cittadini

Ognuno di essi è stato coinvolto in fasi precise del progetto per poter acquisire da quello specifico target i migliori riscontri.

La prima fase ha visto il coinvolgimento dei gestori di raccolta – Contarina, Fiemme Servizi e SAE Valle Sabbia – con i quali abbiamo condiviso le giornate di raccolta seguendo il normale lavoro degli operatori nella gestione degli svuotamenti dei contenitori domiciliari.

L’analisi è proseguita in laboratorio con i tecnici del CERISM, per lo studio delle posture degli operatori durante l’attività lavorativa.
L’obiettivo era di raccogliere informazioni oggettive sulle posizioni corrette da tenere durante l’attività lavorativa e valutare lo strumento “contenitore” per rendere agevoli tali posizioni.
Dai dati raccolti abbiamo cominciato a disegnare l’elemento contenitore che doveva essere in grado di raccogliere tutti i contributi emersi.

Il contenitore è lo strumento utilizzato da due utenti fondamentali – l’operatore e il cittadino – i quali hanno necessità differenti e spesso non integrabili; questa era una difficoltà che volevamo superare, per garantire una gestione del contenitore più fluida e corretta nell’interazione tra cittadino e operatore.
Abbiamo perciò coinvolto il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento con i quali da tre anni collaboriamo per l’applicazione della Teoria del nudge nel settore dei rifiuti. (se vi siete persi i risultati del progetto di nudging svolto a Latina, qui, trovate il link).

Il contenitore deve poter parlare a tutti, indipendentemente dalla lingua e dalla nazione in cui viene consegnato perciò l’utilizzo dei simboli era la giusta strada da percorrere.
Per scegliere i più adatti abbiamo coinvolto direttamente i cittadini: grazie ad interviste nelle strade delle nostre città abbiamo trovato il modo più chiaro per comunicare a tutti.
Le rappresentazioni scelte permettono di far svolgere all’utente tutte quelle azioni che occorrono per esporre il contenitore in modo sicuro e corretto.

L’obiettivo di creare un elemento che potesse rendere più sicuro il lavoro dell’operatore e maggior coinvolgimento da parte dell’utente è stato traguardato e riconosciuto da due prestigiose certificazioni:

Ecco perché UrbaE… non è un semplice contenitore.